Autoritratto con pianoforte russo by Wolf Wondratschek

Autoritratto con pianoforte russo by Wolf Wondratschek

autore:Wolf Wondratschek [Wondratschek, Wolf]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 2021-03-07T15:55:40+00:00


xii

ma chi ci crede?

Si trova sempre e solo ciò che non si sta cercando, non si dice così? Cerca un giornale, naturalmente non di quel giorno, e trova una busta, senza indirizzo, e la apre. Cartoline, una pila intera. Bene. Le cartoline gli piacciono, a ogni età della vita le aveva trovate una cosa bella, a volte molto bella. Erano lì per essere guardate, non per essere spedite.

Era una delle abitudini di cui non si era mai liberato in vita sua, comprare cartoline in una città nuova, straniera. Se qualcuno partiva, chiedeva insistentemente, a quel tempo aveva cinque anni, che gli portassero delle cartoline. Tra i suoi parenti non c’era nessuno che non sapesse quanto avrebbe potuto rendere felice il piccolo Juročka con una cartolina; il che aveva innescato una reazione a catena. I nonni erano esclusi, non si muovevano più di casa, ma non zie e zii, che a loro volta avevano informato amici e amiche.

Era nata una collezione, che andava crescendo.

Oggi non avrebbe saputo dire dove potessero essere. Quando era morto Stalin, le possedeva ancora. All’epoca aveva otto anni. Quando si era trasferito da Leningrado a Mosca le aveva lasciate dalla madre, custodite in buone mani. Morta la madre, aveva altro in mente che non mettere al sicuro la sua collezione di cartoline. Solo in occasione dei suoi viaggi, quelli nelle repubbliche sovietiche e poi anche all’estero, ne raccoglieva a manciate. Sfruttava ogni minuto del suo tempo libero per acquistare tante cartoline bellissime. Una volta, di ritorno nel suo appartamento al tempo ancora piccolo, disponendo davanti a sé i suoi tesori, gli erano tornate in mente. Dov’era finito tutto quello che aveva collezionato da bambino e da ragazzo? Il pacco era andato perso. Pensarci non serviva. Non c’era più nemmeno la casa in cui era cresciuto.

Ma adesso è qua, Beethoven. Il Beethoven della statua di Karlsbad. Una, due, tre, dodici cartoline. Sempre lo stesso motivo, con un accenno di colore. Beethoven che affronta la tempesta. A un esame più attento bisogna ammettere che Beethoven non solo si oppone alla tempesta, ma la domina. È anche comico, in un certo senso. Anche in estate, quando non tira un filo d’aria, Beethoven continua ad affrontare la tempesta. Dà una sensazione di eternità. La pietra da cui è stato ricavato il corpo, viene da pensare, può perfino sbriciolarsi, Beethoven sopravvivrebbe anche a quello.

Suvorin, tornato bambino, dispone tutte e dodici le cartoline davanti a sé, sul tavolo della cucina. Prima ha pulito per bene la tovaglia cerata stesa sul tavolo. Non c’è niente di peggio di una macchia di grasso su una cartolina. Si è lavato anche le mani.

Qualcosa, pensa, dovrà aver avuto in mente, per comprarne così tante, ma se l’è dimenticato. Ora, cos’altro avrebbe da fare quel giorno, vuole combinarci qualcosa, con quel bottino. Cerca una penna adatta, ne trova solo di inadatte, pennarelli secchi, penne biro senza inchiostro, matite con la mina spezzata, due penne stilografiche ormai inutilizzabili. Per un bel po’ non trova quel che cerca, finché in cucina, nel cassetto delle posate, nota una piccola penna di colore rosa che prova subito.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.